Il settimo giorno il Signore Dio Onnipotente era soddisfatto del proprio operato, di ciò che Egli aveva creato. Ma dopo una buona dormita, egli capì, che la terra non solo non era ciò che egli aveva desiderato ma che l’uomo in un tempo non molto remoto, si sarebbe ribellato.
Con un passo felpato, Egli si sporse giù dal monte che aveva creato, per osservare il lungo passaggio dei cavalli selvaggi, in concomitanza del grande temporale che da Nord si dirigeva verso il promontorio sopra il litorale.
Senza dubbio alcuno lì capì, che la sostanza, nelle cose, è aria rarefatta per persone ad alte quote. Che la sostanza, l’essenza di ogni cosa, ciò che è, il cui origine e la cui fine si legano al Divino, la cui esistenza discende solo ed esclusivamente dallo Stesso.
Il Signore Dio Onnipotente capì, che non aveva solo creato un mondo nuovo dove giocare e divertirsi, ma un mondo fatto della stessa sostanza del Padre, ove ogni singolare cosa materiale o immateriale, vivente o non vivente, umana o animale, dipendevano sempre dalla volontà di Egli stesso. E che io sono obligatgo a scrivere questeme cazjarte1 eezzi di merdasa